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La Russia sta vincendo la guerra in Ucraina. Ma a che prezzo?

  • Immagine del redattore: Max RAMPONI
    Max RAMPONI
  • 4 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

GUERRA RUSSIA UCRAINA

Dipingere la guerra in Ucraina come una vittoria russa richiede una contorsione mentale degna di un artista circense. Sì, Mosca avanza territorialmente. Ma nel grande balletto della geopolitica, acquistare terra pagandola con montagne di cadaveri e svuotando le casse dello Stato non è vincere: è soltanto un modo molto costoso di smarrirsi.


Partiamo dai numeri, perché i numeri non mentono (la propaganda sì). La Russia ha occupato il 20% del territorio ucraino, conquistando principalmente il Donbass e parte del Donec. Suona impressionante finché non si scopre che per arrivarci ha dovuto sacrificare centinaia di migliaia di vite. Le stime parlano di oltre 900.000 vittime totali tra morti e feriti dall'inizio dell'invasione. In alcuni periodi, la Russia stava perdendo soldati al ritmo di 53 ogni chilometro quadrato conquistato. È matematica da incubo: 400.000 vittime per ogni singolo percento di territorio guadagnato. A Adviivka, una cittadina di 30mila abitanti, i russi hanno portato avanti una battaglia letteralmente infernale, a fronte di risultati marginali. Per percorrere meno di 50 chilometri verso Pokrovsk, il Cremlino ha impiegato venti mesi e decine di migliaia di soldati.


Il lato più inquietante della guerra in Ucraina non è nemmeno il tributo umano, bensì quello economico. La Russia spende circa 900 milioni di dollari al giorno per questa "operazione militare speciale", come insiste a chiamarla il Cremlino in un esercizio di terminologia distopica. Il costo totale ha già oltrepassato i 200 miliardi di dollari, equivalenti al 10% del PIL russo. Aggiungeteci 27 miliardi al mese in armamenti, logistica, manutenzione: il conto diventa da capogiro. Nel 2024 il bilancio russo è stato colpito da un aumento della spesa difesa del 40%, con un deficit annuo di 67 miliardi di dollari. L'economia è in stallo, l'inflazione galoppa, i tassi di interesse sono al 21%. Tutto questo mentre il debito pubblico sale vertiginosamente verso i 200 miliardi di dollari.


Putin volle questo conflitto per affermare la Russia come superpotenza globale. Invece, la guerra in Ucraina la sta trascinando verso la stagflazione: crescita zero, prezzi alle stelle e futuro incerto. Le generazioni future pagheranno il prezzo di questa follia economica, perché la guerra consuma risorse destinate all'istruzione, alla sanità, alle infrastrutture civili. Ogni missile lanciato verso Kiev è un ospedale non costruito, una strada non asfaltata, un'università che non può espandersi.


C'è poi il capitolo geopolitico, dove il bilancio è ancora più severo. La Russia si è isolata dal resto del mondo. Le sanzioni occidentali hanno mutilato settori cruciali dell'economia: tecnologia, energia, finanza. La guerra in Ucraina ha spinto la Finlandia e la Svezia a entrare nella NATO, esattamente l'opposto di quello che Putin voleva. Ha rafforzato l'Unione Europea e allargato il divario con l'Occidente a dimensioni quasi irreversibili. Il Cremlino ha trasformato quella che doveva essere una "operazione di tre giorni" in un conflitto di logoramento che consuma il Paese dall'interno.

E le perdite umane? Oltre 700.000 veterani di guerra dovranno essere reintegrati nella società russa. Putin sa bene cosa significa: la storia dell'Afghanistan sovietico lo insegna. Veterani disillusi, ferite psicologiche, rivendicazioni sociali. È il rischio di un'instabilità politica interna che il Cremlino teme più delle armi ucraine.


In soldati e materiale bellico distrutto, l'Ucraina ha subito perdite più basse. Per quanto esausta, per quanto umiliata dai bombardamenti e dalle macerie delle sue città, Kiev ha inflitto danni proporzionalmente superiori agli occupanti. La guerra in Ucraina è diventata una guerra di trincea dal sapore novecentesco, dove l'attrito consuma velocemente chi attacca.

La vera domanda non è se la Russia stia vincendo sul campo. È se possa permettersi di continuare. Una vittoria che costa tutto non è una vittoria: è un suicidio prolungato. La guerra in Ucraina, concepita come strumento per riaffermare la grandezza russa, si sta trasformando in un boomerang storico, capace di marchiare una generazione e compromettere il futuro del Paese per decenni. Nessuna conquista territoriale potrà mai giustificare il prezzo pagato.

📌 FONTI E LINK SU ARTICOLO GUERRA IN UCRAINA:

✍️ Testo e analisi di Max Ramponi

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