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Lost in Tunisia
C’è un momento, nel viaggio, in cui non si è più davvero partiti e non si è ancora arrivati. Un punto sospeso, come il ponte di una nave che taglia il Mediterraneo, quando il vento fa scricchiolare le cime e il mare sembra raccontare storie più antiche degli uomini che lo attraversano.
Lost in Tunisia nasce lì, in quello spazio di mezzo. Non è un progetto, non è un’idea. È una scia, un sentiero lasciato da anni di vita tunisina, sedimentato come la sabbia che resta nelle cuciture dei vestiti dopo un lungo viaggio nel sud.
Perché la Tunisia non l’ho guardata da turista, né consumata come si consuma un weekend esotico. L’ho abitata. L’ho respirata. L’ho attraversata in silenzio e in confusione, dalla frenesia di Tunisi alle notti immote di Sfax, dalle albe arancioni di Kelibia ai pomeriggi sospesi nei café dove il tempo non corre: evapora.
In quelle strade ho imparato che il viaggio non è una distanza tra due punti, ma un modo diverso di ascoltare il mondo. E che alcuni paesi non li visiti: ti adottano, ti rimescolano, ti riscrivono.
Lost in Tunisia raccoglie tutto questo.
Non ha l’ambizione della guida, né la presunzione del manuale. Non promette i “posti più belli da vedere”, perché la bellezza sta spesso fuori quadro. Preferisce i margini: le voci nelle medine, i porti lenti, gli incroci polverosi dove passano camion carichi di arance, ulivi, futuro.
È un taccuino di viaggio, sì, ma di quelli che un tempo si compilavano a bordo di un piroscafo, tra un sorso di tè e una nota presa al volo prima che il ricordo sfuggisse.
Da questa parte del mare, su maxramponi.it, raccolgo cronache, analisi, osservazioni.
Dall’altra parte, su Lost in Tunisia, c’è tutto ciò che il Mediterraneo non separa ma tiene insieme: fotografie, appunti, itinerari della memoria, luoghi che hanno lasciato un segno più profondo del previsto.
Due siti, due sponde, un’unica voce. Quella di chi viaggia senza bisogno di voltare sempre pagina, perché alcune pagine restano aperte per una vita intera.
Se vuoi scoprire quell’altra metà del cammino, la trovi qui sotto. Non come si visita un sito, ma come si entra in una stanza piena di ricordi.



