Sì, lo so: di questo sito avevamo già parlato nel Manifesto.
E c’è pure una pagina Chi sono, quindi in teoria basterebbe quella.
Ma evidentemente non mi è bastato.

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D’altronde, non ce n’era bisogno. Il mondo è già saturo di io digitali: tutti scrivono, commentano, spiegano, postano frasi intelligenti per sentirsi vivi. Bastava un social, no?
 

E invece no: io ho voluto il dominio, il sito, l’indirizzo personalizzato, come se la mia opinione meritasse una casa tutta sua.
Un atto di vanità? Forse. O solo una forma di autoconservazione in un mondo che si dimentica di tutto dopo cinque minuti.

Qualcuno penserà che sono matto, altri che non ho niente da fare. Forse è vero. Ma tanto, a pensarci bene, nessuno è mai contento.

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MaxRamponi.it è un piccolo esperimento di ego lucido: un io che sa di essere superfluo ma pretende comunque di esistere.
Non è un blog illuminato, non è un diario, non è un vangelo digitale: è una collezione di pensieri, sarcasmo e distorsioni, scritti per non lasciare che la realtà si spenga nel rumore di fondo.

Qui l’io si espone, si prende in giro, si compiace e poi si demolisce da solo. È ironico, spietato, stanco e vivo.
 

Scrivo per capire, ma spesso non capisco nulla.
Scrivo perché il silenzio, a volte, è solo un modo elegante di arrendersi.

Se cerchi risposte, qui troverai solo domande.
 

Se cerchi coerenza, accomodati pure, ma non restare troppo.
MaxRamponi.it non serve a niente, e proprio per questo è necessario.