Privacy Policy Cookie Policy
top of page

Giorgia Meloni, la sinistra e il kebab: quando la politica si riduce a una battuta

  • Immagine del redattore: Max RAMPONI
    Max RAMPONI
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min


MELONI

Negli ultimi giorni alcune dichiarazioni di Giorgia Meloni hanno acceso l’ennesima miccia nel dibattito politico italiano. Durante un intervento pubblico legato al riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’UNESCO, la presidente del Consiglio ha ironizzato sostenendo che la sinistra è una settimana che mangia kebab”, incapace di gioire per il risultato ottenuto dall’Italia. Una frase pronunciata in un contesto politico preciso, con l’evidente intento di strappare una risata al proprio pubblico e colpire simbolicamente l’avversario. La battuta ha fatto il suo giro mediatico, come previsto: titoli, reazioni indignate, difese d’ufficio, rilanci sui social. Il copione è ormai noto e funziona sempre allo stesso modo.


Il punto, però, non è il kebab. Non è la cucina italiana. Non è nemmeno la sinistra evocata come categoria indistinta. Il punto è il livello a cui si è stabilizzato il linguaggio della comunicazione politica. Una comunicazione sempre più basata su frasi brevi, immagini semplificate e metafore immediate, pensate per essere consumate rapidamente e dimenticate altrettanto in fretta. La politica contemporanea sembra aver rinunciato al confronto per abbracciare definitivamente la logica del colpo basso, della battuta pronta, dello slogan che divide invece di spiegare.


In un precedente articolo dedicato alla ministra Bernini avevo già provato a ragionare su questo aspetto, evitando volutamente l’attacco personale o lo schieramento. Non il giudizio sui singoli, ma l’analisi di un metodo. Un modo di comunicare che attraversa destra e sinistra senza grandi differenze, in cui la semplificazione diventa una scorciatoia permanente e il dibattito politico si riduce a una sequenza di frasi progettate per diventare titoli. La battuta sul kebab rientra perfettamente in questa dinamica: efficace dal punto di vista mediatico, povera da quello politico.


Lo stesso ragionamento stava alla base di un altro articolo volutamente provocatorio, intitolato Ridateci Craxi. Non un’operazione nostalgica né una riabilitazione storica, ma il tentativo di ricordare che un tempo la politica era anche scontro duro, persino feroce, ma raramente ridotta a macchietta. Si poteva non essere d’accordo, si poteva detestare l’interlocutore, ma dietro le parole c’era la percezione di una visione, di una strategia, di un’idea di Paese. Oggi, invece, il dibattito pubblico sembra muoversi per immagini simboliche sempre più povere, costruite per rafforzare identità contrapposte piuttosto che per chiarire posizioni.

Quando la politica sceglie sistematicamente la battuta al posto dell’argomentazione, non sta parlando ai cittadini ma alle proprie tifoserie. Non cerca consenso, cerca reazioni. Non prova a convincere, prova a intrattenere. Il risultato è un confronto sempre più superficiale, in cui ogni frase diventa pretesto per uno scontro immediato e ogni discussione si esaurisce nello spazio di un ciclo di notizie.

Leggere le parole di Giorgia Meloni esclusivamente come una gaffe o come un’offesa sarebbe riduttivo. Sono piuttosto il sintomo di un fenomeno più ampio che riguarda l’intero sistema della comunicazione politica italiana. Un abbassamento generale dell’asticella, accettato da tutti e raramente messo in discussione. Forse è anche per questo che certi articoli continuano a nascere: non per difendere qualcuno o attaccare qualcun altro, ma per provare a rimettere al centro una domanda semplice e sempre più scomoda. È davvero questo il massimo a cui possiamo aspirare nel dibattito politico? Una battuta, un applauso, un nemico ridotto a slogan. Poi si passa oltre, fino alla prossima frase ad effetto.


Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione
LOGO

maxramponi.it NON è una testata giornalistica. Ai sensi della Legge n. 62 del 7 marzo 2001, il sito non rappresenta una testata editoriale e non ha carattere periodico. I contenuti vengono pubblicati senza periodicità predefinita e non costituiscono prodotto editoriale ai sensi della legge.

© 2025 maxramponi.it | Tutti i diritti riservati | Sito web: www.maxramponi.it

FAKE FREE

SEGUICI SUI SOCIAL:

  • Facebook
  • Instagram
  • X

Le immagini pubblicate su questo sito provengono in larga parte dal web e sono state ritenute di pubblico dominio. Qualora i soggetti o gli aventi diritto avessero obiezioni alla loro diffusione, possono contattare la redazione: provvederemo alla rimozione immediata dei contenuti segnalati.

bottom of page