Non siamo una generazione dimenticata. Siamo quella che ha smesso di chiedere permesso. Gen X è il ritratto di chi è cresciuto tra le VHS e i modem a 56k, tra le canzoni dei Nirvana e le prime e-mail, tra le rivoluzioni promesse e le delusioni consegnate. Siamo quelli che hanno visto il mondo passare dall’analogico al digitale e non hanno avuto il tempo di capire se fosse un progresso o una resa.

Questo libro non è nostalgia: è autopsia. È il tentativo di capire cosa resta di quella generazione che ha creduto nella libertà prima che diventasse un prodotto, che ha imparato a convivere con l’incertezza e ha fatto dell’ironia un’arma di sopravvivenza. Ogni pagina è uno specchio incrinato, una raccolta di ricordi e riflessioni su un’epoca in cui eravamo abbastanza giovani per cambiare il mondo e abbastanza stanchi per non provarci più.

Gen X non celebra, racconta. È un viaggio tra vinili e streaming, tra lettere e notifiche, tra rabbia e lucidità. È il manifesto non richiesto di chi non ha bisogno di followers per sentirsi vivo. Perché la Generazione X non è scomparsa: si è solo messa in modalità silenziosa.

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✍️ Testo e analisi di Max Ramponi
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